10/02/10

MilANo

Vivo a Milano adesso

città nebbiosa...si è vero
fredda...vero

ma inaspettatamente "antica"...

stasera, il Duomo era un incanto

comincerò a inserire delle foto su questa mia nuova conquista,
che sembra non si sia ancora accorta della mia presenza...

20/01/10

01/04/09

#1 DESCOVERY: Miroslav Tichy

Go around the Art GAllery of Sydney, in a little and wonderful library-shop, I have found a book about an extraordinary artist: Miroslav Tichy





(from his website)
After studying at the Academy of Arts in Prague, Miroslav Tichý (born
1926) withdrew to a life in isolation in his hometown of Kyjov,
Moravia, Czech Republic
From the end of the 1960s he began to take photographs mainly of local
women, in part with cameras he made by hand.
He later mounted them on hand-made frames, added finishing
touches in pencil, and thus moved them from photography in the
direction of drawing. The result is works of strikingly unusual
formal qualities, which disregard the rules of conventional
photography.
They constitute a large oeuvre of poetic, dreamlike
views of feminine beauty in a small town under the Czechoslovak
Communist régime.

31/03/09

DARE PER SCONTATO...




L'Australia mi sta dando un'opportunità nuova, quasi impensabile in Italia, quello di avvicinarmi a nazionalità viste solamente attraverso il tubo catodico. La mattina per "improve my english" frequento un corso d'inglese intensivo, in questa Babele condivido le mie ore con ragazzi che per la maggior parte provengono da terre vicine all' Australia più vicine di quanto non lo sia io con la mia piccola Italia. Malesi, thailandesi e un infinità di koreani.

INSEGNAMENTO: OGNI CULTURA HA LE SUE REGOLE E I SUOI COSTUMI, E QUALCHE VOLTA UNA SEMPLICE CAREZZA SULLA TESTA PUò COMPROMETTERE UN RAPPORTO.

28/03/09

#Riflessioni # Da 6 settimane anche io sono una piccola migrante

"Mi vergogno di essere italiano e cristiano" di Alex Zanotelli

E' agghiacciante quello che sta avvenendo sotto i nostri occhi in questo nostro paese. I campi Rom di Ponticelli (Na) in fiamme, il nuovo pacchetto di sicurezza del ministro Maroni, il montante razzismo e la pervasiva xenofobia, la caccia al diverso, la fobia della sicurezza, la nascita delle ronde notturne offrono una agghiacciante fotografia dell'Italia 2008. «Mi vergogno di essere italiano e cristiano», fu la mia reazione rientrato in Italia da Korogocho, all'approvazione della legge Bossi-Fini.
Questi sei anni hanno visto un notevole peggioramento del razzismo e xenofobia nella società italiana, cavalcata dalla Lega (la vera vincitrice delle elezioni 2008) e incarnata oggi nel governo Berlusconi (posso dire questo perché sono stato altrettanto duro con il governo Prodi e con i sindaci di sinistra da Cofferati a Dominici...).

Oggi doppiamente mi vergogno di essere italiano e cristiano. Mi vergogno di appartenere ad una società sempre più razzista verso l'altro, il diverso, la gente di colore e soprattutto il musulmano che è diventato oggi il nemico per eccellenza. Mi vergogno di appartenere ad un paese il cui governo ha varato un pacchetto-sicurezza dove essere clandestino è uguale a criminale.

Ritengo che non è un crimine migrare, ma che invece criminale è un sistema economico-finanziario mondiale (l'11% della popolazione mondiale consuma l'88% delle risorse) che forza la gente a fuggire dalla propria terra per sopravvivere. L'Onu prevede che entro il 2050 avremo per i cambiamenti climatici un miliardo di rifugiati climatici.
I ricchi inquinano, i poveri pagano.
Dove andranno? Stiamo criminalizzando i poveri? Mi vergogno di appartenere ad un paese che ha assoluto bisogno degli immigrati per funzionare, ma poi li rifiuta, li emargina, li umilia con un linguaggio leghista da far inorridire. Mi vergogno di appartenere ad un paese che dà la caccia ai Rom come se fossero la feccia della società.
Questa è la strada che ci porta dritti all'Olocausto (ricordiamoci che molti dei cremati nei lager nazisti erano Rom!). Noi abbiamo fatto dei Rom il nuovo capro espiatorio.

Mi vergogno di appartenere ad un popolo che non si ricorda che è stato fino a ieri un popolo di migranti («quando gli albanesi eravamo noi»): si tratta di oltre sessanta milioni di italiani che vivono oggi all'estero. I nostri migranti sono stati trattati male un po' ovunque e hanno dovuto lottare per i loro diritti. Perché ora trattiamo allo stesso modo gli immigrati in mezzo a noi? Cos'è che ci ha fatto perdere la memoria in tempi così brevi? Il benessere? Come possiamo criminalizzare il clandestino in mezzo a noi?
Come possiamo accettare che migliaia di persone muoiano nel tentativo di attraversare il Mediterraneo per arrivare nel nostro "Paradiso"? E' la nuova tratta degli schiavi che lascia una lunga scia di cadaveri dal cuore dell'Africa all'Europa. Mi vergogno di appartenere ad un paese che si dice cristiano ma che di cristiano ha ben poco.

I cristiani sono i seguaci di quel povero Gesù di Nazareth crocifisso fuori le mura e che si è identificato con gli affamati, carcerati, stranieri. «Quello che avrete fatto ad uno di questi miei fratelli più piccoli lo avrete fatto a me». Come possiamo dirci cristiani mentre dalla nostra bocca escono parole di odio e disprezzo verso gli immigrati e i Rom? Come possiamo gloriarci di fare le adozioni a distanza mentre ci rifiutiamo di fare le "adozioni da vicino"?

Come è possibile avere comunità cristiane che non si ribellano contro queste tendenze razziste e xenofobe? E quand'è che i pastori prenderanno posizione forte contro tutto questo, proprio perché tendenze necrofile? Come missionario, che da una vita si è impegnato a fianco degli impoveriti della terra, oggi che opero su Napoli, sento che devo schierarmi dalla parte degli emarginati, degli immigrati, dei Rom contro ogni tendenza razzista della società e del nostro governo. Rimanere in silenzio oggi vuol dire essere responsabili dei disastri di domani.

Vorrei ricordare le parole del pastore Martin Niemoeller della Chiesa confessante sotto Hitler:«Quando le SS sono venute ad arrestare i sindacalisti, non ho protestato perché non ero un sindacalista. Quando sono venute ad arrestare i Rom non ho protestato perché non ero un Rom. Quando sono venute ad arrestare gli Ebrei non ho protestato perché non ero un Ebreo… Quando alla fine sono venute ad arrestare me non c'era più nessuno a protestare».

Non possiamo stare zitti, dobbiamo parlare, gridare, urlare. E' in ballo il futuro del nostro paese, ma soprattutto è in ballo il futuro dell'umanità anzi della vita stessa. Diamoci da fare perché vinca la vita!
Alex Zanotelli ...

24/03/09




La prossima domenica sono 6 settimane che calpesto il mondo a testa in giù.
rischio di staccarmi da terra se non sto attenta...

Sono Tornata

Qualche giorno fa una persona particolare, mi ha sorpresa dicendomi di esser passato dal mio blog.

Bene. Mi sono ricordata di aver un piccolo spazio nell'etere

E allora ricomincio

Piano piano comincerò a raccontare a scrivere a segnare

per me e per chi pensa che tutto questo possa essere d'interesse

grassie

31/03/08

25/03/08

18/01/08

Grazie

(ANSA) - PALERMO, 18 GEN - Salvatore Cuffaro, imputato di favoreggiamento aggravato alla mafia e violazione di segreto d'ufficio, e' stato dichiarato colpevole. Il presidente della Regione siciliana e' stato condannato a cinque anni di reclusione per favoreggiamento semplice ed e' stato anche interdetto dai pubblici uffici per la durata della pena. L'imprenditore Michele Aiello, indicato come il 're Mida' della sanita' siciliana e personaggio chiave del processo alle talpe alla Dda,e' stato condannato a 14 anni.

30/12/07

Letizia Battaglia


© foto: F. Zecchin

...aria puLiTa

Signora Battaglia, come fotografa del quotidiano palermitano «L’Ora», lei ha vissuto da vicino l’esplosione della violenza mafiosa dei primi anni Ottanta…
Quando sono arrivata al giornale, nel 1974, non sapevo molto di mafia: pensavo fosse un problema delle campagne. Poi, sul finire degli anni Settanta, mi capitò sempre più spesso di fotografare degli omicidi: arrivai a contarne fino a cinque al giorno. Non fu semplice perché essere donna mi rendeva poco credibile come fotografa di mafia, e sul luogo del delitto sia i familiari delle vittime che le forze dell’ordine mi ostacolavano.
Che valore aveva in quegli anni denunciare con la fotografia quanto stava accadendo?
In realtà a «L’Ora» non era riconosciuto ai fotografi alcun ruolo autonomo di denuncia. Ero contenta di lavorare in un quotidiano antifascista e antimafia, ma anche lì le fotografie erano trattate solo come corredo degli articoli.
Eppure il suo lavoro non si è fermato alla cronaca…
No, ma è avvenuto al di fuori del giornale. Nel 1980 partecipai alla fondazione del Centro siciliano di documentazione Peppino Impastato. Fu la bella presenza a Palermo di Umberto Santino e Anna Puglisi, già da tempo promotori di iniziative antimafia, a coinvolgerci tutti. Con il Centro, io e Franco Zecchin, fotografo e mio compagno per vent’anni, organizzammo mostre per le strade, di cui una, memorabile, a Corleone: la cittadina era in festa e in molti si avvicinavano a curiosare, finché qualcuno non vide tra i nostri pannelli le foto di Luciano Liggio. Allora, poco alla volta, sparirono tutti dalla piazza lasciandoci soli. Abbiamo avuto paura.
Quali scatti esponevate e perché?
Fotografie che rappresentassero l’intero mondo mafioso: miseria, politica, processi, arresti. Volevamo che la gente fosse cosciente della strategia mafiosa in atto contro le istituzioni democratiche.
Talvolta finivamo anche per essere naïf nel nostro sognare una Sicilia pulita e onesta. Eppure condividere con altri il nostro dolore non risultò vano, anzi destò nuova attenzione intorno al problema. Mancò invece una risposta forte da parte del mondo politico, e mentre giudici, poliziotti, giornalisti e politici cadevano sotto i colpi della mafia noi cominciammo ad essere ossessionati da un crescente senso di solitudine.
Come reagì la città di Palermo al montare della violenza mafiosa?
Durante gli anni Settanta la gente credeva ancora che la mafia colpisse solo i mafiosi. Neanche quando nel gennaio 1980 uccisero il presidente della regione Piersanti Mattarella nacque una riflessione collettiva. Ci volle tempo prima di assistere a reazioni di piazza: la prima volta fu nel 1982, per i funerali del prefetto di Palermo Carlo Alberto Dalla Chiesa, e poi l’anno successivo, per l’uccisione di Rocco Chinnici (consigliere istruttore della procura di Palermo, ndr.), molto conosciuto per la sua attività di sensibilizzazione antimafia fatta nelle scuole.
La crescente attenzione della società civile si tradusse anche nel fenomeno culturale e politico noto come “Primavera di Palermo”, che segnò l’ascesa di Leoluca Orlando a sindaco della città...
Il risveglio fu lento e progressivo, accelerato da omicidi eccellenti, e Orlando seppe cogliere e guidare questa voglia di rinnovamento. La “Primavera di Palermo”ci fece sognare un futuro diverso.
Proprio in quegli anni lei è passata dalla denuncia civile all’azione politica…
Sono stata due volte consigliere comunale, la prima volta nel 1986 con il partito dei Verdi, poi assessore “Alla vivibilità urbana” con Orlando e infine deputato regionale. Ho un ottimo ricordo del mio lavoro all’assessorato, perché ho potuto operare concretamente, pulire le piazze, sporcarmi le mani. Abbiamo piantato molti alberi in quegli anni: mi piaceva avvicinare la gente ad una città più ricca di verde. Finito l’incarico continuai a lavorare con Orlando come consulente esterno per il carcere.
Perché proprio il carcere?
Quando lavoravo al giornale provavo vergogna a fotografare la gente ammanettata, sentivo di fargli violenza.
Chiesi di lavorare nel carcere perché non provo odio verso chi lavora per la mafia, anzi penso che alcuni di loro vorrebbero cambiare vita. Per questo ho sempre creduto che la lotta alla criminalità non possa limitarsi alla via repressiva.
Quando scelsi di lavorare in carcere era come se avessi voluto farmi perdonare di non aver saputo, con altri, costruire una società capace di tenerli lontani dalla criminalità. Volevo restituire a chi era in carcere una speranza, perché ho sempre pensato che i ragazzi nati nei peggiori quartieri di Palermo siano costretti a fare riferimento ai mafiosi. Di questo parlai anche con Giovanni Falcone, che si disse convinto del fatto che da certi quartieri si possa solo scappare, perché al loro interno non c’è possibilità di salvarsi.
Come ha vissuto la morte di Falcone e Borsellino?
Ho provato un dolore cocente, sia perché i loro omicidi giungevano al culmine di un crescendo di violenza, sia perché i due giudici si erano fatti amare. Ho provato una forte emozione piangendo insieme a tanta gente. Era come se il loro sacrificio fosse riuscito finalmente a risvegliare il senso civico dei siciliani. Il popolo si riversò nelle strade ed espresse grande rabbia e dolore. Sul momento credemmo non solo di poter continuare a lottare ma anche di aver trovato nuova forza. Poi invece è finito tutto, il popolo si è stancato.
Cos’è successo allora al movimento antimafia?
Me lo chiedo. Mi chiedo dove siano oggi quelli che urlavano ai funerali. Lo sdegno si è spento, l’urgenza è cessata e sembra che anche il pudore sia sparito. Le menti sono corrotte, i giovani non sanno e non vogliono sapere nulla. A Palermo opera il Centro Impastato e i ragazzi di Addiopizzo, ma non c’è più il sostegno dei cittadini.
Crede nell’educazione alla legalità fatta nelle scuole?
Non molto, penso che ormai si sia svuotata di significato e sia diventata una materia scolastica come le altre. Ammiro invece i ragazzi che lavorano i terreni confiscati alla mafia. Le lenticchie, la pasta, il pomodoro, sono frutti concreti, un’antimafia in cui credo.
Perché l’anno scorso ha lasciato Palermo?
Non sopportavo più il silenzio. Non si vive bene a Palermo. Ma alla fine mi sono sentita in colpa e sono tornata: la mia città mi imprigiona per troppo amore, vorrei ancora provare. Ho settant’anni e non posso più fare molto, se non perseverare nella promozione dell’integrità morale.
Allora si può fare ancora qualcosa…
Sicuramente. Di fronte all’indifferenza delle nuove generazioni diventa importante anche solo esserci. E poi mi capita di incontrare persone che meritano il nostro impegno: conosco e amo molto un ragazzo, figlio di un mafioso e nipote di un mafioso assassinato che io ho fotografato anni fa. Lui disprezza l’operato della sua famiglia, e soffre del silenzio che incombe sulla sua casa. È il più antimafioso di tutti, non manca a una manifestazione, studia, legge moltissimo. Sono sicura che non verrà mai ricacciato nel mondo di suo padre. Val la pena di fare ancora qualcosa per persone come lui.
Cosa pensa di chi fugge dalla Sicilia e dai suoi problemi?
Non sono moralista su questo tipo di scelte: ci sono menti eccelse che hanno bisogno di andarsene per girare un film, pubblicare un libro, specializzarsi. Restare legati alla propria terra è un impegno che solo alcuni sentono e che viene messo a dura prova dalla realtà dei fatti. Non sempre si ha la forza di resistere, non ce l’ho avuta neanch’io. Certo che se fossimo tutti qua, con le nostre belle teste, forse andrebbe meglio, ma capisco chi lascia la Sicilia perché i suoi sogni o i suoi diritti non vengono rispettati.
Come si conciliano l’impegno e la vita privata, l’essere madre in particolare?
Si possono conciliare, si deve. Non ho mai abbandonato i miei figli e sono una nonna amorevolissima. La vita è bella così per com’è: lotta, amore e gioia.
Quale forma ha la sua lotta oggi?
Ho la mia casa editrice, porto in giro le mie foto e i miei sogni... vivo da persona onesta. Cosa posso fare di più?

31/10/07

25/10/07

La CoRRiDa



Partendo da un commento che Anni mi ha lasciato sul post di Madrid
vorrei riflettere sullo spettacolo della corrida

Io non ero coscente della reale situazione prima di trovarmi in quella arena.

Si tratta di un gioco altamente impari dove il toro è solo un fantoccio, e il pubblico, una stupida massa che prega solo che il matador non venga incornato.

Approfondendo la situazione risulta certo evidente che un "uso" così bestiale dello "stupido" toro, non si allontana molto dall'uso che viene fatto delle mucche nei mattatoi, cioè crescerle in uno spazio grande quanto il loro corpo e farle ingrassare a dismisura.
La carne del torro ovviamente arriva su tutte le tavole degli spagnoli.

Allora come sentirsi, se ovviamente non si è vegetariani?
Forse, se ci si pensa, c'è un po' d'ipocrisia in tutta questa storia?

12/10/07

UnA PaSSegGiaTa VersO MaDriD













E POI UNO SPETTACOLO DA NON RIVEDERE.

21/09/07

NON MANCATE



AMANI:AFROSCOPIA

Scambiando...s'impara

Musica, Danza, Storia, Cultura d'Africa e d'Europa si fondono necessariamente e conseguentemente ai movimenti dei loro popoli.

Un Viaggio tra chi ha viaggiato e chi viaggia.

Amani Onlus Ong, Karibu Africa e Centro Studi Donati organizzano un convegno di approfondimento su temi socioculturali del continente africano.

Il convegno si aprirà alle 9.30 con l'esibizione del gruppo

Danze Meticce:
Tammurriate, tarantelle e pizziche si intrecciano a poesie e proverbi della saggezza popolare, ritmiche mediorientali, mahgrebine, fino a raggiungere le poliritmie tribali dell’Africa Occidentale

www.danzemeticce.com

Relatori: Marco AIME, Mara MABILIA, Anna Maria GENTILI,
Fabrizio FLORIS, Raymon DASSI, John ONAMA, KIZITO

Moderano: Raymon DASSI, Pier Maria MAZZOLA

Durante la pausa lavori si potranno gustare pietanze etniche preparate dall' Associazione Ada&Ser

La giornata si concluderà alle 18.30 con lo spettacolo:
All’ombra dei rami sfacciati carichi di fiori rosso vermiglio
Scritto e interpretato da Gabriella Ghermandi,
Musiche di Alessandro Sorrentino

www.gabriella-ghermandi.it

Ingresso libero
è richiesta adesione entro l'8 Ottobre 2007 a:
afroscopia@fastwebnet.it
info: 02 48951149
afroscopia@fastwebnet.it

Bologna,
14 Ottobre 2007
Sala Centofiori
Via Gorky, 10
Ore 9,30 - 19,00

14/09/07

Dal Blog "L'angolo del clown " di Peppe

Quello che segue è un post che ho trovato sul Blog di Peppe, un ragazzo palermitano che mi sta simpatico assai :)


"La fenomenologia del °Tascio°"


Abbiamo il Coatto.

Il Burino.

Il Truzzo.

Il Tamarro…

…ed il Tascio.

Il Tascio è l’uomo Palermitano che non si fa valere per senso estetico e per eleganza, oppure quello che per un apparente senso estetico e falsa eleganza la “scafazza” completamente.

Il Tascio non ha una locazione ben precisa nel vasto territorio Panormita, può essere avvistato ormai in quasi tutta la città, data, causa folta riproduzione, la sua grande presenza.

Invece, la sottospecie del Tascio, il Tascio Notturno, si muove rumorosamente durante la notte seguendo le note serate della Movida Palermitana. Viene facilmente riconosciuto grazie alla sua immancabile camicia bianca o maglietta attillata, gel a tempesta e dalla musica eccessivamente alta proveniente dal suo mezzo di locomozione. Spesso il Tascio Notturno ascolta musica Napoletana, al limite House, e adora fino alla nausea Gigi D’Alessio. Il Tascio Notturno non disdegna bere e ha una forte resistenza contro alcolici di vario genere. Finisce le sue serate da Ganci & Figli dopo essere passato da Tantillo. Su tutta la città si sposta a bordo di una Y10 o di una Fiat Uno blu a tre sportelli. In questi ultimi anni pare essersi stabilizzato nei pressi della Champagneria.

Altra sottospecie del Tascio è il Tascio giornaliero, molto più facile da avvistare rispetto a quello Notturno, ama vivere la giornata facendo sfoggio di tutta la sua finezza ed eleganza. Mostra tutto il suo pelo con camicie spesso sbottonate, a volte indossa vistosi occhiali da sole. Non va importunato mentre guida la sua macchina, potrebbe seriamente arrabbiarsi. Durante la guida perde completamente l’uso del braccio sinistro, che difatti viene riposto fuori dal finestrino lungo lo sportello. Mastica continuamente da perfetto ruminante una chewin gum. Le sue dita, molto spesso, sono ricoperte da anelli d’oro mentre il suo collo è adornato da un prezioso crocisisso sempre d’oro.

Ultima sottospecie del Tascio, è il Tascio estivo.

Il Tascio estivo si divide in Acquatico e da Scampagnata. Quello acquatico frequenta tutti quei posti dove è presente almeno una pozzanghera. Porta con se ghiacciaia, ombrellone, sedia a sdraio, pasta al forno, supersantos e monopolizza l’intera costa. Mentre quello da Scampagnata preferisce frequentare luoghi più freschi, si apposta spesso in prossimità di curve su strada di campagna, protetto solo dal guard rail. Costruisce vere e proprie roccaforti con quello che ha a disposizione, teloni, ombrelloni, tendine, parasole e quant’altro, passa le sue giornate arrostendo carne e mangiando continuamente, accompagnando i pasti esclusivamente con Birra Forst rigorosamente ghiacciata. Non importa se c’è caldo, il Tascio riuscirà a tenere freddo per tutta la giornata tutto ciò che potrebbe riscaldarsi. La sua giornata tipo va dalle 6 di mattina fino alle 19. Dopo mezz’ora si sarà gia tolto la maglietta restando a petto nudo.

Importante:

Se avvistate uno di questi esemplari cercate di prenderlo in simpatia, non vi ci mettete contro. Meglio avere un Tascio dalla propria parte che contro.

18/07/07

19 LuGLio...dopo 15 anni




mamma mia come vola il tempo...15...anni...ne avevo 11 quando anche Paolo Borsellino fu ucciso con tutta la sua scorta....

oggi voglio fare una riflessione diversa...

Sappiamo e continueremo sempre e infinite volte a ricordare che questi uomini del popolo, non dello stato, perchè la parola Stato per me, è davvero troppo inquinata, continueremo a ricordare questi uomini per l'amore e la dignità che hanno messo nel fare il loro lavoro per un bene comune...e pe questo sono stati ammazzati...

ecco oggi vorrei soffermarmi sul lavoro svolto per il bene comune, o meglio sulla parola "comune"...in Italia è assai raro riscontrare un atteggiamento del genere nell'italiano comune (paradossale :)..

Quello che vedo è un italiano immerso in una massa cieca guidata dal lassismo e dalla pigrizia applicata fortemente alla comunità. Estremamente individualista l'Italiano in genere è eccezionale per i propri interessi e un peso morto e passivo per la Res-pubblica...
Adesso...da tempo veramente, sarebbe dovuto insorgere per come lo Stato inquinato, sta gestendo dall'alto delle poltrone rosse la sua vita e quelle delle generazioni che verranno, non c'è lotta di massa, l'Italiano è un Italianetto passivo nei riguardi dei problemi comunitari che se guardasse a largo raggio intuirebbe che in un modo o nell'altro andrebbero a intaccare anche la sua dolce vita tra le mura domestiche....

Il mio può sembrare un presuntuoso rimprovero...beh forse, ma più che altro vuole essere un Urlo....

IO FAREI UNA SPLENDIDA RIVOLUZIONE

15/07/07

.....................

Nel mondo c'è davvero un'infinità di gente, con un bel gruppo ti ci scontri, alcuni pezzi rimangono importanti, altri si perdono nel tempo, nello spazio, nelle stupidaggini, nel non rispetto, nell'indifferenza, nell'infantilità...
credo che la cosa più importante sia essere se stessi nel vero senso del termine, essere quello che si dice e ScEgLiErE di vivere con persone che sono quello che dicono.

19/06/07

.....

Par Tòt Parata significa in dialetto bolognese “Parata per tutti”.
Coinvolge la città di Bologna in una esplosione di musica, ballo, teatro di strada, canto, costumi, maschere, pupazzi, carrelli e tanto altro ancora. Si tratta di una grande parata multiculturale e intergenerazionale, ecologica ed itinerante per le vie del centro cittadino, senza carri a motore e solo con musica dal vivo.

Grazie alla collaborazione spontanea e volontaria di tanti artisti professionisti, vengono organizzati, in preparazione alla parata, numerosi laboratori gratuiti per chiunque sia interessato a cimentarsi nelle arti più disparate (ceramica, costruzione di pupazzi in gommapiuma, commedia dell´arte, canto corale, percussioni afro, clownerie, e quant’altro). Gli sforzi dei laboratori di queste varie espressioni creative confluiscono poi nella Par Tòt Parata.



VerAmEntE PAr Tott




La PaR tOT 2007



18/06/07

LiBrI CarTa InchIoStRo mEmOrIa


sotto suggerimento della mia annalù posto 5 libri degni di lettura...

Una cosa importante che devi capire è che il mio modo di operare è di leggere tanto, leggere tanta storia. Vedrai che la mia bilioteca è piena di libri sull'Indocina e la storia coloniale, perchè era così che mi orientavo. Mi portavo dietro i libri o tornavo a casa e leggevo.
- Tiziano Terzani-


PAURA di Anna Starobinec

22 agosto 1995
Mi fa tanto male l'orecchio.
22 agosto 1995
Mi fa mle l'orecchio. Come se dentro qualcuno si muove. Lo detto alla mamma che dentro cualcuno si muove. La mamma a detti che sembra semre così cuando hai il raffredore alli orecchi.
25 agosto 1995
Tutto il giorno mi a fatto male l'orecchio e anche la testa.
Dentro cualcosa si muove.

CASA DI FOGLIA di Mark Z. Danielewki

Come mostrano i nastri e le pellicole, nel mese successivo all'allargamento dei muri tra i quali erano inseriti gli scaffali dei libri, Billy Reston fece diversi sopralluoghi nella casa nel corso dei quali, nonostante tutti i suoi sforzi per dimostrare il contrario, non potè far altro che continuare a confermare la spiazzante impossibilità di una dimensione interna maggiore di quella esterna.

L'ASSALTO AL PATRIMONIO CULTURALE di Salvatore Settis

Secondo un luogo comune molto diffuso , l'Italia avrebbe da sola il 40 per cento del patrimonio artistico mondiale.
I musei come centri di ricerca dovrebbeo essere connessi organicamente alle università, ad altri musei e centri di ricerca in Italia e fuori, creandoun tessuto vitaleper la formazione delle nuove professionalità. Scopo dell'università non è e non deve essere sfornare laureati, ma produrre conoscenza, stimolare l'innovazionee favorire l'occupazione.

LA FINE E' IL MIO INIZIO di Tiziano Terzani

Quella notte sentivi la Storia . la STORIA Folco.
E quando vidi i primmi carri armati entare nella città, e la prima camionetta carica di ribelli, di vietcong, venire giù per rue Catinat con loro che urlavano Gia Phong! Liberazione! per me era la Stpria.
Piansi.
INCHIESTA SU GESù di Corrado Augias e Mauro Pesce.

Ancora: quanto sanno i cristiani di quella vicenda? quanti di loro sono consapevoli che Gesù detto Cristo, cioè l'unto, il Consacrato, era in primo luogo un profeta ebreo, figlio di quella fede, obbediente fin nei dettagli del vestiario e del cibo alla Torah, nello stesso tempo profondamente innovatore, consapevole di possedere qualità straordinarie, ansioso di conoscere da Dio quale uso dovesse farne?

08/06/07

AmIci

amici.........
Anni mi manchi....siamo così lontane.....
Andri...ogni tanto penso alle tue parole sull'essere amici...sembrano essere sagge
Darietto...ma tu non ti colleghi mai qui....vabbè...ti voglio bene io...
Cellina....il mio prolungamento..razionale o..?mmh.. ihih
Mariacicì...cicina mia...non dico nulla
Vaniuccia....una volta all'anno ci si vede...però siamo belle lo stesso

mmh...tutti lontani e tutti amati allo stesso modo....
vite diverse
vite separate
ma tutti amati allo stesso modo....................................

01/06/07

I-s-P-i-R-azioni

Sto cercando un'implosione creativa...ma non so dove cercare sono in fase di ricerca e di stimoli...

mancano tre esami alla fine e poi la laurea e la libertà....

cerco

cerco.............................................


31/05/07

22/05/07

23 MaGgio 1992...sono passati 15 anni



...17.57 ...

L' aereoporto di Palermo
si chiama ancora Punta Raisi....

...17,58...
Giovanni Falcone...ci lascia su questa terra di vigliacchi e bestie...
............ma ci lascia anche tanto coraggio
e tanta voglia di lottare e se vorremo lo lasceremo CaMmiNaRe sulLe NoStrE Gambe..

......Giovanni------ Francesca Morvilio------ Rocco Di Cillo----- Vito Schifani-------- Antonio Montinaro



"The fish files" cuoco

"The fish files" cuoco
http://www.7th-sense.net/7thsense/indexita.htm

"The Fish Files" hacker

"The Fish Files" hacker
http://www.7th-sense.net/7thsense/indexita.htm